Infarto miocardico: cos’è e cosa succede | Keep It Pumping

It looks like you are using an older version of Internet Explorer which is not supported. We advise that you update your browser to the latest version of Microsoft Edge, or consider using other browsers such as Chrome, Firefox or Safari.

Un infarto è un evento che spaventa e che può modificare repentinamente la vita di una persona. Tuttavia, nonostante la paura e l'incertezza che può generare, è possibile riprendersi e tornare a una vita normale.

L'infarto miocardico (o attacco di cuore) si verifica quando il flusso di sangue al muscolo cardiaco, chiamato miocardio, viene interrotto o ridotto significativamente a causa dell'ostruzione di una o più arterie coronarie, che forniscono al cuore l'ossigeno e i nutrienti necessari per il suo corretto funzionamento. Quando l'apporto di sangue al muscolo cardiaco viene ridotto o interrotto, le cellule muscolari del cuore iniziano a morire a causa della mancanza di ossigeno (ischemia miocardica). Questo può portare a danni permanenti al tessuto cardiaco e a complicazioni gravi.

I sintomi dell’infarto miocardico possono essere estremamente vari, tuttavia, quelli più tipici[1][2] includono dolore di tipo oppressivo al petto (che può irradiarsi al braccio sinistro, alla spalla, al collo, alla mascella o alla schiena). Il dolore toracico può accompagnarsi alla mancanza di respiro, sudorazione eccessiva, nausea, vomito, stanchezza estrema.

Il trattamento dell’infarto del miocardio è ovviamente orientato alla riperfusione del tessuto muscolare mediante la riapertura della coronaria. Questo avviene mediante angioplastica percutanea coadiuvata da una terapia antitrombotica che riduce il coagulo di sangue che blocca il flusso all’interno del vaso.

Il tempestivo intervento fin dal sospetto dei primi sintomi, può aiutare a limitare i danni al cuore e a salvare vite.

COSA FARE E QUALI SONO LE PREOCCUPAZIONI PIU’ COMUNI DOPO UN INFARTO?

È frequente che nelle persone che hanno subito un infarto, si riscontri un aumento della consapevolezza sulla propria condizione cardiaca e dei rischi associati.

Questo può generare paura riguardo a ulteriori problemi cardiaci e preoccupazione per la propria salute.

L'infarto, infatti, può portare a limitazioni fisiche, come una maggiore fatica o debolezza e può rallentare l’impegno in attività fisica per paura di sforzare il cuore o causare un altro episodio.

Chi ha già avuto un attacco di cuore, ha paura[3] che si possa ripetere e teme che ogni piccolo dolore o disagio sia un segnale di un evento cardiaco

Preoccupa anche la paura di avere limitazioni a condurre una vita normale e non essere più in grado di lavorare, svolgere le solite attività quotidiane o vivere una vita indipendente.

Tuttavia, la limitazione funzionale ed un radicale cambiamento di vita sono necessari solo nei rari casi in cui l’infarto abbia determinato un grosso danno alla parete cardiaca e ci sia una riduzione importante della funzione contrattile.

Nella maggior parte dei casi invece un tempestivo trattamento ed una buona terapia garantiscono un recupero funzionale buono ed un ripristino delle normali abitudini quotidiane pur cercando di modificare i fattori di rischio cardiovascolari.

CARDIOLOGO: QUAL È IL SUO RUOLO?

L'intervento del cardiologo dopo un infarto è fondamentale per una valutazione sulla complessità della situazione, sul danno al cuore, sulla funzionalità cardiaca, sulle cause dell’infarto, sulla presenza di eventuali complicanze e per stabilire il trattamento farmacologico adeguato.

Le raccomandazioni sia per la gestione della fase acuta sia per la condizione cronica, sono ben descritto nei documenti delle Società Scientifiche nazionali e internazionali e sono ben recepite da tutti i cardiologi.

Attraverso la programmazione di visite di follow-up, lo specialista potrà valutare lo stato di salute e la sua funzionalità cardiaca, monitorare i livelli di pressione arteriosa, di colesterolo e altri parametri rilevanti. Tale monitoraggio aiuterà a identificare tempestivamente eventuali cambiamenti o segni di complicanze e a prendere le necessarie misure preventive.

Si è rivelato strategico anche il supporto che il cardiologo potrà offrire al paziente per guidarlo nei cambiamenti dello stile di vita e nelle preoccupazioni legate all'infarto.

RECUPERO POST INFARTO: I 5 PASSI SUGGERITI

Per affrontare il percorso di recupero dopo un infarto e riprendere il controllo delle proprie abitudini, è richiesto impegno, pazienza e supporto da parte del paziente a partire da questi semplici passi[4][5]:

  1. Piano di cura: il primo passo fondamentale è seguire e mantenere nel tempo il piano di cura definito dallo specialista, che prevede una terapia farmacologica mirata, l'adozione di uno stile di vita sano, una corretta alimentazione e l'implementazione di un programma di esercizio fisico regolare
  2. Monitoraggio e follow-up: mantenere un costante monitoraggio attraverso controlli ed esami medici regolari, consente di fornire al medico eventuali cambiamenti e metterlo nelle condizioni di poter intervenire tempestivamente
  3. Stile di vita: adottare un corretto stile di vita può precludere ulteriori problemi cardiaci e ridurre significativamente il rischio di recidiva. Tra i cambiamenti da adottare c’è quello di smettere di fumare, ridurre l'assunzione di alimenti grassi e di alcol, gestire lo stress e mantenere un peso corporeo sano
  4. Attività fisica: è importante iniziare un programma di esercizio fisico graduale e supervisionato per aiutare a rafforzare il cuore, ridurre la pressione sanguigna e migliorare la circolazione. Inizialmente, può essere necessario seguire un programma di riabilitazione cardiaca, che prevede un aumento graduale dell'attività fisica, come camminare, nuotare o praticare altre attività di tipo aerobico. L’attività fisica di tipo statico non dovrebbe essere consigliata.
  5. Supporto psicologico ed emotivo: poiché la guarigione dopo un infarto non riguarda solo il corpo, ma anche la mente, è importante cercare un sostegno psicologico ed emotivo attraverso consulenze specifiche o gruppi di sostegno. Condividere le proprie esperienze con altre persone che hanno vissuto situazioni simili può essere di grande aiuto

A cura di MARIO CRISCI, Cardiologo presso la UOC di Cardiologia interventistica dell'Ospedale Monaldi di Napoli