Le aspettative di vita dopo un infarto del miocardio, rappresenta un evento critico che ha un impatto significativo sulla salute. Le aspettative di vita dipendono da diversi fattori, come l'età e lo stato di salute generale della persona. Grazie ai progressi nella medicina e nella riabilitazione cardiaca, dopo un infarto è possibile migliorare la qualità della vita, permettendo a molti di vivere per anni con una buona salute. Ma cosa succede realmente dopo un infarto?
Quali sono i fattori che fanno la differenza
Le aspettative di vita dopo un infarto dipendono da una serie di fattori chiave[1]. La gravità dell'infarto è uno di questi: un infarto minore, che interessa una piccola porzione del muscolo cardiaco, avrà conseguenze meno severe rispetto a un infarto esteso che compromette una vasta area del cuore. Molti studi hanno dimostrato che l’estensione e la localizzazione dell'infarto sono direttamente correlate alla mortalità e alle complicanze post-evento[2].
Anche la tempestività di azione è un aspetto altrettanto cruciale. Un intervento medico rapido, come l'angioplastica e l'uso di terapie farmacologiche indicate, può ridurre significativamente i danni al muscolo cardiaco e migliorare le prospettive di ripresa. Ogni ritardo nel trattamento dell'infarto miocardico acuto aumenta il rischio di mortalità[3].
Le condizioni cliniche pre-esistenti possono influenzare negativamente l'aspettativa di vita dopo un infarto: patologie come diabete, ipertensione, colesterolo alto, obesità e malattie renali, aumentano il rischio di complicazioni e possono ridurre la capacità di ripresa del muscolo cardiaco[4].
Come migliorare la prognosi dopo un infarto
Per migliorare la prognosi dopo un infarto, lo stile di vita adottato può essere determinante. Seguire una dieta equilibrata, impegnarsi in attività fisica regolare, evitare il fumo e moderare il consumo di alcol sono comportamenti essenziali che possono significativamente migliorare la salute del cuore. Modifiche sostanziali nello stile di vita non solo riducono il rischio di nuovi eventi, ma possono anche aumentare la qualità complessiva della vita dei pazienti, promuovendo una maggiore longevità e benessere[5].
Infine, l'adesione alle terapie farmacologiche prescritte gioca un ruolo fondamentale nella prevenzione di nuovi eventi e nel miglioramento dell'aspettativa di vita. L'aderenza ai trattamenti farmacologici è associata a una riduzione della mortalità a lungo termine[6].
La riabilitazione post infarto
La riabilitazione cardiaca gioca un ruolo fondamentale nel recupero dopo un infarto, aiutando a migliorare la funzione del cuore e riducendo il rischio di futuri eventi cardiaci. Questo è in parte possibile, grazie a esercizi mirati e terapie specifiche che possono aiutare il muscolo cardiaco a recuperare la sua attività, migliorandone la capacità di pompare sangue e riducendo il rischio di ulteriori complicazioni[7].
I programmi di riabilitazione offrono anche indicazioni sulla gestione dei fattori di rischio cardiovascolare, come ipertensione, ipercolesterolemia e diabete, che possono contribuire a prevenire un secondo evento o altre complicazioni cardiache[8].
La riabilitazione cardiaca può ridurre del 20-30% la mortalità per cause cardiache e le riammissioni ospedaliere nel primo anno dopo un evento cardiaco [9] [10].
La riabilitazione non si limita all’esercizio fisico, ma interessa anche la gestione emotiva dopo l’evento, e questo spiega perché molti pazienti sviluppano paura, ansia e incertezza riguardo al proprio futuro.
L’infarto, infatti, può avere un impatto significativo sulla condizione mentale, causando ansia, depressione e timore di un nuovo evento cardiaco. Un supporto psicologico, attraverso counseling individuale o di gruppo, insieme al sostegno sociale e familiare, può essere un elemento chiave per mantenere il benessere mentale e vivere con maggiore fiducia nel futuro[11].