Scompenso cardiaco: visita con specialista | Ascolta il tuo battito

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Come per ogni malattia, il primo passo verso la gestione ottimale dello scompenso cardiaco è quello di impostare un buon dialogo tra medico e paziente, come parte integrante di un’alleanza terapeutica a 360° che consentirà al paziente scompensato non solo di sentirsi adeguatamente seguito, ma anche compreso dallo specialista che lo ha in cura.

È noto come lo scompenso cardiaco sia una condizione cronica complessa che impatta significativamente sulla vita di chi ne soffre. La diagnosi di scompenso può essere un processo lungo in quanto molti dei sintomi non sono specifici, ma possono essere osservati anche in altre patologie. Per questo motivo, gli specialisti della salute del cuore devono condurre accertamenti specifici per giungere ad un corretto inquadramento[1] andando ad escludere altre condizioni.

La percezione che il paziente con scompenso cardiaco ha della propria malattia è molto importante per il medico, in quanto permette di approfondire al meglio la sua condizione. Ecco perché è fondamentale parlare in modo approfondito, chiaro e sincero, con lo specialista di riferimento, sia dell'andamento dei sintomi dello scompenso cardiaco, sia di tutti i dubbi che si possono avere sull’evoluzione della malattia.

Una modalità di approccio essenzialmente basata sul confronto aperto, inoltre, faciliterà lo specialista anche nell’impostazione del percorso diagnostico- terapeutico più appropriato.

È il momento della visita: i consigli per arrivare preparati

Che si tratti di una prima visita o di un controllo periodico, l’incontro con il medico è sempre un momento importante, nel quale il paziente con scompenso cardiaco ha l’opportunità di parlare di sé e della propria condizione. Per evitare di trovarsi in difficoltà o, peggio, di rischiare di dover ripetere la visita, è bene arrivare preparati all’appuntamento, anche grazie ad una piccola nota personale che permetterà di ricordarsi tutto quello che è necessario avere con sé.

La lista dei documenti da portare

  • Esami eseguiti di recente
    In previsione della visita medica, il paziente con scompenso cardiaco potrebbe avere eseguito recentemente esami specifici o generali. È bene quindi portarli con sé, non solo per evitare che vengano prescritti di nuovo, ma anche per fornire utili informazioni al medico, aiutandolo così a confermare o escludere altre ipotesi diagnostiche.
    Sia che si tratti di esami del sangue – i più importanti sono emocromo, azotemia, creatinina, gli elettroliti (sodio, potassio), gli esami di funzionalità epatica (AST, ALT) e il dosaggio dei peptidi natriuretici (BNP o NT-proBNP), sia di esami delle urine o di test diagnostici (un’eventuale radiografia del torace o un ECG se già eseguiti) sono tutti potenzialmente utili.
    Il paziente con scompenso cardiaco dovrà ricordarsi di portare in visita tutti gli esami recenti in proprio possesso. Sarà, poi, il medico ad aiutarlo a capire cosa è utile e cosa, eventualmente, è superfluo.
  • Referti di precedenti visite specialistiche
    I consulti con altri specialisti sono utili per velocizzare la raccolta dell’anamnesi da parte del medico che, per la personale storia clinica del paziente con scompenso cardiaco, potrà basarsi anche sulle indicazioni già raccolte dai colleghi e dedicare, quindi, più tempo all’esame obiettivo accurato.
  • Elenco dei farmaci assunti quotidianamente
    Altrettanto fondamentale è preparare un elenco dettagliato di tutti i farmaci che il paziente con scompenso cardiaco assume, specificando il nome commerciale e del principio attivo, il motivo per cui si assume ogni farmaco, così come spiegato dal prescrittore, il dosaggio utilizzato o eventuali ulteriori indicazioni. Sarà utile allo specialista per capire eventuali interazioni tra farmaci e sintomi riscontrati, oppure se viceversa i farmaci attualmente in uso sono indicati per tenere sotto controllo i sintomi dello scompenso cardiaco. Va sottolineato, inoltre, che la gestione dello scompenso cardiaco nel paziente anziano è resa più difficoltosa dalla presenza di polipatologia e polifarmacoterapia: per tale motivo, specialmente in questi casi, precisare al medico tutte le terapie in corso è sempre assolutamente necessario.
  • Diario del paziente con Scompenso Cardiaco
    Alcuni pazienti già con diagnosi di scompenso cardiaco possono tenere un apposito diario per monitorare l’andamento dei loro sintomi e, quindi, della propria condizione. Di solito, questo tipo di strumento è stato ideato come un aiuto al paziente per verificare come sta e aiutarlo a gestire le terapie prescritte, controllandone gli effetti nel tempo. Misurare regolarmente pressione arteriosa, frequenza cardiaca e peso corporeo annotando sul Diario i valori riscontrati, permetterà allo specialista della salute del cuore di verificare l’evoluzione dello scompenso cardiaco nel singolo paziente.
    Il Diario dello scompenso cardiaco è scaricabile a questo link: https://www.keepitpumping.com/sites/keepitpumping_com/files/2021-10/diario-del-paziente.pdf
  • Eventuale storia familiare di scompenso cardiaco
    Lo scompenso cardiaco, così come tutte le malattie cardiovascolari, può avere in alcuni casi un’importante componente familiare. Soprattutto nel corso della prima visita, quindi, è utile ricostruire con precisione la storia clinica di quei congiunti che possano aver sofferto di scompenso cardiaco, in modo da facilitare il medico nell’anamnesi familiare del paziente.

Durante la visita: cosa riferire al medico?

Una volta a colloquio con il medico, non è raro che molti pazienti possano provare un certo stato d’ansia. Magari perché si tratta di una visita attesa da tempo o perché ci si aspetta, finalmente, una diagnosi certa della propria condizione. Per essere certi che il nervosismo non prenda il sopravvento, è bene comunque preparare in anticipo una lista di argomenti da discutere nel corso della visita medica.

  • Descrizione dei sintomi: è importante saper illustrare con precisione tutti i sintomi dello scompenso, che sono i principali ‘segnali’ della patologia. Ricordiamo che i sintomi dello scompenso cardiaco possono variare anche in modo significativo da persona a persona, in relazione all’incidenza che i diversi fattori hanno avuto nel generare la malattia: ecco perché è bene tenerli sotto controllo per riferirli correttamente al medico.
  • Altre informazioni utili: pensiamo a tutte le precisazioni relative allo stile di vita, partendo soprattutto dall’alimentazione che è fondamentale per una corretta gestione dello scompenso cardiaco, ma anche a quelle inerenti lo stato psicologico ed emotivo, ugualmente importanti da riportare durante la visita. Per favorire, così, una valutazione davvero a 360° del paziente scompensato.
  • Richiesta di precisazioni: prima della visita, sarà utile per il paziente con scompenso cardiaco annotarsi anche tutte le domande specifiche da rivolgere allo specialista: nessuna sarà mai considerata banale! Sia che si tratti di consigli su come affrontare la vita di tutti i giorni, (dal tipo di attività fisica che si può compiere moderatamente, ai cibi da preferire e quelli da non consumare, all’importanza di un corretto riposo…) sia di chiarimenti riguardo ai trattamenti farmacologici che sono prescritti. Capire come modificare correttamente le proprie abitudini e stili di vita, oltre agli obiettivi delle terapie che si seguendo e come esse agiscono, è importante per diventare protagonisti della gestione dello scompenso cardiaco e vivere più serenamente.

A cura di:
Prof. Dario Manfellotto, Primario della UOC di Medicina Interna e Direttore del Dipartimento della Discipline Mediche dell’Ospedale Fatebenefratelli Isola Tiberina di Roma e Presidente FADOI.

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  1. NICE. Chronic heart failure in adults: management.
    Available here: https://www.nice.org.uk/guidance/cg108/ifp/chapter/diagnosis-of-heart-failure. Last accessed August 2018